Stanza della cucina

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Qui non si trovano tavoli apparecchiati e sedie con manichini in procinto di consumare pasti frugali che non saranno mai serviti. In questa stanza le cose rattoppate e ricucite, che erano un tempo nelle cucine delle famiglie contadine, non simulano spazi domestici del passato, ma riescono a evocarli con la forza del loro aspetto consunto

I mobili disposti lungo le pareti, inoltre, sono pieni come forse non lo erano mai stati: madie, cassapanche e credenze ricavate da tronchi cavi conservano insalatiere, zuppiere, scodelle, piatti di ceramica e pestarole scavate dal coltellaccio con cui ogni giorno le donne “battevano” il lardo.

Più in alto, i taglieri ospitano semplici composizioni di posate e cavatappi oppure le mensole e i chiodi sorreggono pentole e paioli, mestoli, gavette e fiaschi. Ma il cuore della stanza è costituito dai testi in terracotta per cuocere il pane: alcuni di essi sono veri e propri monumenti all’arte del rattoppo, praticata quasi quotidianamente nelle famiglie contadine.
Uno spazio, dunque, ricco di oggetti d’uso quotidiano “a evocare le grandi mangiate di zuppa e di latte, specialmente con la focaccia ancora calda, quella che si metteva nel forno per saggiarne la temperatura…ma la fame che dava gusto a tutto ciò non c’è più…” (E.Guatelli, Il bosco delle cose)

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Immagini di Mauro Davoli, Paolo Candelari  -  Testi di Mario Turci, Pietro Clemente, Jessica Anelli, Francesca Fornaciari
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