Bruciata in un incendio dovuto ad un cortocircuito nel febbraio del 1996, conteneva valigie e mobili pieni di vestiti e biancheria, foto, registrazioni, stampe, piccoli archivi familiari e santini, libri da messa, diari, ecc.
Purtroppo, dell’allestimento, così come dei documenti contenuti nella stanza è sopravvissuto poco. Dalle ceneri di questa memoria andata in fumo in una notte, è nata però un’attenzione maggiore da parte degli enti pubblici e della popolazione.
Guatelli infatti nel volume “Il Bosco delle cose” ricorda come molti accorsero in suo aiuto: “Ragazzi e ragazze delle medie, con i loro professori, a mettere fogli bianchi fra i libri a impedire che, asciugandosi, le pagine si attaccassero. Pensionati a scavare tra le macerie a tirar fuori documenti…Gente che non ho neanche visto, o visto per un attimo e che magari mi aveva visto solo in televisione. Protezione Civile, il Comune, il sindaco, qui di primo mattino, la Provincia, la Sovrintendenza a Beni Culturali di Parma, intervenuta senza essere richiesta con personale che ci ha ripristinato cose preziose e ci ha insegnato a salvare la gran massa di giornali, riviste, libri, vocabolari, fotografie, cassette, videocassette, negativi, ecc…”
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