L’opera di Ettore Guatelli non è costituita solo dal museo. Sebbene egli abbia dedicato gran parte della sua vita alla raccolta e alla sistemazione degli oggetti, l’originalità della sua impresa non si esprime solo nell’allestimento e nel recupero di migliaia di cose, ma si manifesta anche nella capacità di riflettere sulla sua opera museografica, sul mondo contadino che cambiava e sulle storie di vita della gente, di cui il maestro di Ozzano ha lasciato ampia traccia negli scritti redatti durante tutta la sua vita.
“…Guatelli faceva cose molto diverse che non idoleggiare un mondo contadino perduto: interpretava il patrimonio composito della gente di lì, dei viventi ancora dei loro padri, zii, nonni. Interpretava la loro intelligenza tecnica e il rapporto con la modernizzazione. Descriveva le tecnologie che si sorpassano, i riusi dei materiali nella vita di tutti i giorni, rifletteva sullo statuto stesso degli strumenti e delle cose…” (P. Clemente, Il Bosco delle Cose
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