Sono scritture che spesso passano prima per il diario di Ettore Guatelli, che poi talora dattiloscrive come spunti per i suoi articoli o le conferenze. Tutte cose che entrano a far parte della memoria narrativa del museo.
Lo schedario riguarda quindi gli oggetti da molteplici prospettive: informazioni sulla loro vita e il loro nome in zona e altrove, frammenti di storie: sono soprattutto le storie delle cose che lo interessano. E queste storie cercano modi di «presentazione museografici».
Legate al suo museografismo totalizzante sono quindi molte riflessioni che Guatelli scrive come annotazioni da sviluppare, spunti per idee allestitive, temi di «museografia e museologia», una di queste del 21 febbraio 1989 dice: «Vorrei che le mie schede fossero tanto vicine alle cose, quanto all’uomo».
In questo modo la schedatura tende a coincidere con la ricerca. Ogni occasione che Guatelli ha di incontrare persone è concepita come scambio, e arricchisce in qualche modo lo schedario.” (P. Clemente, Il bosco delle cose)
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